Anche a distanza, la scuola è l’unica risposta
Secondo la Commissione economica per l’America latina ed i Caraibi dell’ONU, a causa dell’emergenza Covid-19 il 2020 potrebbe chiudersi in Sudamerica con 23 milioni di nuovi poveri: si tratterebbe dei dati peggiori della storia del continente, ben oltre quelli della Grande Depressione.
Ancora difficile prevedere l’evoluzione del contagio in paesi con sistemi sanitari tanto fragili. Stiamo parlando di luoghi in cui la sanità pubblica è disastrata e quella privata è alla portata solo di chi se la può permettere: sappiamo che le soluzioni copia e incolla adottate in Europa, in questi scenari, non funzionano.
Eppure a preoccuparci maggiormente oggi è un’emergenza all’interno dell’emergenza, quella legata alle conseguenze che le strategie di contenimento del virus hanno sulle famiglie in povertà. Un problema che riguarda milioni di minori in tutto il mondo, che al momento non sono a scuola e che, a causa della situazione delle proprie famiglie, hanno un accesso limitato all’apprendimento a distanza.
Sono proprio questi bambini i soggetti più vulnerabili di questa crisi, quelli che ne pagheranno il conto più salato. Bambini che spesso fruivano a scuola dell’unico pasto della giornata, e per i quali la scuola rimane l’unica alternativa a una vita in strada. Questi minori, le cui famiglie oggi vedono peggiorare la propria situazione economica, affrontano un aumentato rischio di violenze e abusi, mentre i sistemi progettati per proteggerli sono in stand-by.
Per questo motivo l’epidemia di Covid-19 minaccia di cancellare in pochi mesi i progressi che il mondo ha compiuto negli ultimi anni nella protezione dei diritti dell’infanzia. E per questo, la salvaguardia dei diritti dei bambini deve essere al centro della risposta alla pandemia.
È indispensabile, ora più che mai, che le misure di chiusura delle scuole siano accompagnate da azioni volte a sostenere le famiglie a rischio di emarginazione sociale.
È indispensabile, ora più che mai, che scuole e insegnanti lavorino per assicurare continuità didattica e diritto allo studio ai bambini esclusi dall’apprendimento a distanza dalla mancanza dei necessari strumenti informatici.
Per questo motivo in Repubblica Dominicana, dove tutte le scuole sono state chiuse e dalla sera alla mattina vige uno strettissimo coprifuoco, i nostri operatori lavorano ogni giorno per prevenire gli effetti devastanti della pandemia sui bambini più emarginati, consegnando loro il materiale didattico, supportando le loro famiglie e monitorando regolarmente il loro stato di salute.