Completiamo il futuro
Povertà ed infanzia sono due termini che non dovrebbero essere accostati, eppure mai come oggi si trovano spesso a convivere. Nonostante ciò, di povertà minorile non si parla ancora abbastanza: sebbene sia diffusa la consapevolezza di quanto nell’ultimo decennio sia aumentato il numero di poveri in Italia, è meno diffusa la cognizione di quanto questo aumento abbia colpito soprattutto bambini e adolescenti. Negli ultimi dieci anni il numero di minori che vivono privi dei beni indispensabili a condurre una vita accettabile è più che triplicato, arrivando a toccare gli 1,2 milioni. Una crescita che ha allargato il divario tra le generazioni: nell’Italia di oggi più una persona è giovane, più è probabile che sia povera.
La povertà economica incide profondamente sul tasso di abbandono scolastico, chiamando con sé la povertà educativa, in un circolo vizioso che di generazione in generazione blocca sul nascere le prospettive future dei bambini. La specificità italiana è che i figli tendono a mantenere lo stesso livello di istruzione dei genitori. Ne consegue che i minori nati da genitori in difficoltà economica e con un titolo di studio che non supera la licenza media:
- avranno a disposizione meno strumenti per riscattarsi da una condizione di marginalità sociale;
- saranno più propensi ad abbandonare la scuola prima del tempo, esponendosi al rischio di non riuscire a trovare un’occupazione stabile da adulti;
- una volta genitori, potranno offrire meno opportunità ai figli, perpetrando pericolosamente una spirale negativa che tende a cristallizzare le disuguaglianze.
L’Italia deve quindi affrontare il problema della condizione dei minori in povertà e di come migliorarla. Ma come fare se l’ascensore sociale è bloccato?
A parità di reddito della famiglia, poter disporre di una buona rete di servizi pubblici sul territorio costituisce una discriminante fondamentale: contrastare la povertà nella fascia più giovane della popolazione significa offrire a tutti i bambini, a prescindere dal reddito dei genitori, uguali condizioni di accesso a:
- istruzione
- alimentazione
- assistenza sanitaria
- attività sportive e socioculturali
- trasporti
Eppure L’Italia tende a destinare una quota inferiore rispetto agli altri paesi europei al capitolo dedicato a minori e famiglie: la nostra spesa sociale per l’infanzia resta tra le più basse in Europa, ed è stata abbassata ulteriormente dalla crisi economica.
Per dare una risposta concreta a questa emergenza Più Vita ha deciso di lanciare il progetto “Completa il futuro”, con l’obiettivo di sostenere e accompagnare nella crescita i bambini e le famiglie che vivono condizioni di povertà e disagio. Siamo convinti che anche i bambini siano in grado di contribuire all’uscita dalla propria condizione di marginalità se assistiti nelle loro necessità di base. A questo scopo, collaborando con case famiglia, scuole e asili, individuiamo le famiglie più bisognose e le sosteniamo con beni di prima necessità, pagamento delle rette del nido, delle spese scolastiche, delle visite mediche.
In questi anni hanno fatto parte della nostra rete di solidarietà tre scuole per l’infanzia, una Casa famiglia e una Comunità alloggio. La settimana scorsa il progetto ci ha portato nell’Istituto romano di Via Cornelia 73, a cui abbiamo donato un nuovo proiettore.
Mantenere parte di una generazione in povertà educativa significa minare i presupposti di qualsiasi sviluppo economico futuro. Combattere questa situazione significa fornire a tutti i bambini la possibilità di costruirsi un futuro.