La parità di genere passa per l’accesso ai servizi igienici
L’obiettivo numero 5 dell’Agenda 2030 – un programma d’azione per le persone e il pianeta sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU – è la “parità di genere”: esso punta a fornire a tutte le bambine, ragazze e donne istruzione e pari opportunità nel mondo del lavoro, e a sradicare ogni forma di violenza di genere. Questo obiettivo entra in contatto con il numero 6, che vuole invece garantire a tutti acqua pulita e strutture igienico sanitarie, quando si parla dell’importanza che ha la disponibilità di un bagno per le donne di tutto il mondo.
Solo il 27% della popolazione globale ha infatti accesso agli standard igienici migliori, con acqua corrente e bagni collegati alle fognature, e ben 2,3 miliardi di persone, come segnala l’OMS, non dispongono di servizi igienici di base.
Accesso ai servizi igienici e parità di genere vanno di pari passo? Sì.
Si tratta di un tema di fondamentale importanza per la salute e i diritti delle donne: la mancanza di acqua e servizi igienici adeguati è particolarmente rilevante soprattutto nel periodo delle mestruazioni. Circa il 13% delle donne del mondo non può gestire il ciclo mestruale in situazioni igieniche ed è a rischio di infezioni. In pericolo però è anche la loro sicurezza, perché dovendo ricorrere a servizi condivisi o all’aperto vengono spesso aggredite e abusate.
Le donne sono anche le più colpite dalla pesante mansione di dover andare a prendere l’acqua per la propria famiglia, spesso lontano, a piedi, trasportando carichi pesanti e mettendo a rischio la loro vita. La mancanza di servizi igienici adeguati è inoltre responsabile dell’abbandono degli studi delle ragazze in moltissime parti del mondo: con la comparsa delle mestruazioni, molte adolescenti sono costrette a lasciare la scuola in quanto un terzo delle scuole nel mondo non è dotato di servizi igienici.
Per questo motivo continuiamo a costruire unità sanitarie di base che includono servizi igienici, doccia e lavabo e sono connesse alla rete fognaria pubblica nei quartieri periferici di Estelì, in Nicaragua.
Il nostro intervento nasce dalla consapevolezza che in case in cui mancano acqua potabile e bagni la trasmissione delle malattie infettive è accelerata.
Al momento il progetto coinvolge 110 persone, di cui il 51% donne e il 35% minori di età, e alla componente infrastrutturale affianca quella formativa: i nostri educatori e promotori della salute realizzeranno infatti un percorso con le famiglie beneficiarie per renderle maggiormente consapevoli dell’importanza rivestita dall’igiene quotidiana nella prevenzione di molte malattie.