L’altra faccia dell’estate
Tempo di vacanze per molti, di sole e mare, in Italia o nel mondo. Magari in qualche paradiso esotico che offra ai turisti la sua faccia migliore, nonostante non sia tutto oro quello che luccica.
È il caso della Repubblica Dominicana, meta ambita per gli stranieri per le sue splendide spiagge e attrattive naturalistiche, mentre agli occhi della popolazione locale la realtà è ben diversa, e persistenti restano le disparità socio-economiche.
Nonostante negli ultimi 25 anni la Repubblica Dominicana abbia vissuto un periodo di robusta crescita economica, le disparità nell’accesso alle opportunità e ai servizi pubblici rimangono profonde: migliaia di persone ai margini della società non vedono garantito il diritto ai servizi di base (acqua potabile, elettricità, igiene ambientale e assistenza sanitaria) e a consumare cibi sani e nutrienti in quantità e qualità adeguate. Circa un quinto dei dominicani vive in baracche.
La combinazione di una diffusa povertà e di un tasso di malattie mortali elevato colpisce in particolare il segmento più vulnerabile della popolazione del paese: i bambini. Più di un milione di minori vive in povertà e oltre 500mila sono privi di cure parentali.
Molti di questi finiscono per strada, dove per sopravvivere sono costretti ad accettare situazioni pericolose, o finire in mano a qualche banda criminale. Ad oggi, la percentuale di bambini di età compresa tra 5 e 14 anni impegnato in attività lavorative è del 15%. Quelli di loro che non lavorano entrano in un circolo vizioso di droga e criminalità, o diventano vittime del traffico di esseri umani generato dal turismo sessuale.
La sfida più urgente che deve affrontare il Paese riguarda quindi soprattutto la tutela dei diritti dei minori, in termini di accesso all’istruzione, alla salute e a un’alimentazione corretta, ma anche contro violenze fisiche e abusi sessuali.