L’autunno che ci aspetta
All’inizio della primavera le restrizioni imposte per proteggere la popolazione dal Covid-19 hanno chiuso le scuole di tutto il mondo, lasciando a casa 1,5 miliardi di studenti. In Nicaragua, uno dei paesi in cui operiamo per garantire cibo, visite mediche e istruzione a migliaia di bambini appartenenti alle fasce più povere della popolazione, il governo non ha imposto nessun lockdown, lasciando liberi i privati di decidere che cosa fare. Noi di Più Vita abbiamo scelto di chiudere il nostro Collegio a Estelì, per garantire la sicurezza degli studenti e delle loro famiglie, sostituendo le lezioni in classe con quelle a distanza.
Ora che la fine della pausa estiva pone i governi di tutto il mondo di fronte alla stessa domanda, ci chiediamo anche noi quando riaprire le nostre strutture educative nel paese. I nostri operatori locali stanno valutando la situazione dei contagi e sentendo le opinioni di diversi infettivologi. Sappiamo da diversi studi che in generale, rispetto agli adulti, chi ha meno di 18 anni ha la metà delle probabilità di contrarre il virus, e che il rischio è ancora più basso per i più piccoli. Tuttavia, gli esperti sottolineano che i bambini hanno più contatti rispetto agli adulti, soprattutto a scuola, e che questo potrebbe compensare le probabilità più basse di diffondere la malattia, in particolare a insegnanti e familiari.
L’esperimento fornito dalle scuole di 20 paesi, che hanno anticipato la riapertura degli istituti scolastici a giugno, ha dato risultati scarsi. Nel complesso sembra che la combinazione di diverse misure (obbligo di indossare la mascherina, suddivisione degli studenti in piccoli gruppi e rispetto del distanziamento fisico) riesca a garantire la salute dei bambini. Tuttavia, riaprire in sicurezza non dipende solo dalle misure prese a scuola, ma anche dalla quantità di virus presente nel paese, che influenza la probabilità che studenti e personale portino il Covid-19 in classe. È inoltre evidente che per i paesi del Terzo Mondo sia impossibile adottare le necessarie politiche di sicurezza: le classi sono troppo affollate per consentire il distanziamento necessario, e poiché non tutte le famiglie possono permettersi le mascherine, le scuole evitano di escludere gli studenti che non le indossano.
Per tutti questi motivi, per milioni di bambini particolarmente vulnerabili, la pausa scolastica potrebbe prolungarsi indefinitamente, producendo danni sullo sviluppo di un’intera generazione: la scuola è il luogo in cui i nostri bambini corrono, giocano, ridono e comunicano tra loro. Hanno bisogno di tornare a questa normalità prima possibile.
Consapevoli dell’esigenza di compensare la necessità di ripristinare la vita di prima con quella di tenere i bambini al sicuro, stiamo lavorando per cercare la soluzione più idonea. Nel frattempo, i nostri operatori si assicurano quotidianamente che i bambini delle famiglie più povere, che dipendono dai pasti scolastici, ricevano sostegno alimentare a domicilio.