Nei paesi a basso reddito torna l’allerta fame
La pandemia da Coronavirus sta scatenando una crisi economica che colpisce duramente le risorse delle famiglie di tutto il mondo. I paesi in cui lavoriamo in America Latina e Caraibi potrebbero, secondo le analisi del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, vedere un aumento del 22% del numero dei bambini in condizioni di estrema povertà.
La perdita immediata di reddito determinerà per le loro famiglie un minor accesso ai beni essenziali, tra cui cibo e acqua, e per i bambini un maggiore rischio di abusi, sfruttamento e matrimoni precoci.
La crisi pandemica potrebbe aumentare in particolare il numero di persone in situazione di grave insicurezza alimentare, annullando i progressi fatti in questi anni in termini di lotta alla malnutrizione cronica, causa della maggioranza dei decessi infantili.
In questi anni la lotta alla denutrizione infantile è stata al centro delle nostre politiche scolastiche. Quando abbiamo aperto i progetti in Nicaragua e Repubblica Dominicana una cosa ha colpito subito i nostri operatori: i bambini non riuscivano a seguire le lezioni perché severamente denutriti. Garantire loro un pasto a scuola quotidianamente ci ha permesso di salvaguardarne lo sviluppo psico-fisico, ed ha spinto le famiglie a mandarli a scuola con continuità.
Per le più povere di loro, la difficile situazione economica limita la capacità di rispettare le misure di contenimento e di distanziamento sociale: le tutele sociali garantite dallo Stato sono minime e le persone sono costrette a uscire ogni giorno per guadagnarsi il pane. Il nostro sostegno è spesso l’unica cosa su cui possono contare.
Per questo motivo, in questo momento che l’emergenza sanitaria ha costretto i governi dei paesi in cui lavoriamo a chiudere le scuole, il nostro lavoro ha temporaneamente cambiato forma, ma non sostanza: non potendo garantire cibo e assistenza ai bambini nelle nostre scuole dobbiamo assistere a distanza le loro famiglie.
Se agiamo ora e con decisione, possiamo prevenire e contenere gli effetti di questa crisi epocale sui bambini più vulnerabili.