Progetto scuola in Nicaragua, parla la direttrice
Juanita Olivas, direttrice della Scuola materna e elementare di Più Vita a Estelí, Nicaragua, ci racconta come la scuola ha gestito la complicata situazione generata dal diffondersi del Coronavirus.
Che conseguenze ha avuto l’emergenza sanitaria sul piano educativo? Quali metodi avete adottato?
Il Ministero della Pubblica Istruzione nicaraguense aveva invitato le scuole private a passare dove possibile alle lezioni online: noi ci siamo adattati sostituendo sia nel Collegio che nella scuola materna le lezioni in classe con quelle a distanza, come misura di prevenzione decisa in accordo con i genitori, molti dei quali avevano già cominciato a non mandare i propri figli a scuola. Gli insegnanti si erano organizzati con i genitori per creare gruppi Whatsapp diversi per classe, attraverso i quali inviare il materiale didattico ai genitori.
La maggior parte degli studenti però, a causa delle proprie condizioni socioeconomiche, non aveva la possibilità di avere accesso a Internet. Per loro il materiale didattico è stato consegnato ai genitori presso il Collegio. In questo caso i libri di testo forniti da Più Vita all’inizio dell’anno sono stati uno strumento di apprendimento fondamentale.
Che tipo di assistenza hanno ricevuto gli studenti più poveri?
Siamo consapevoli che per molti dei nostri studenti i due pasti che consumano a scuola sono gli unici della giornata. La difficile situazione sanitaria ha messo ulteriormente in crisi l’economia in Nicaragua, portando molte persone alla perdita del lavoro o del sostegno che ricevevano dai familiari emigrati all’estero, rimasti anch’essi senza lavoro a causa della pandemia. Per questo motivo tutti i bambini che vivono in una condizione socio-economica più vulnerabile sono stati e vengono tuttora visitati con regolarità e ricevono assistenza alimentare a domicilio.
Come hanno reagito bambini e genitori a questa nuova situazione?
I genitori hanno giocato un ruolo delicato, quello di accompagnare i bambini nel processo di apprendimento a distanza. Nonostante la paura e l’incertezza del momento hanno reagito positivamente, adattandosi nel migliore dei modi possibile alle nuove circostanze. I bambini sono stati eccezionali: anche se sentivano la mancanza della scuola, degli amici e degli insegnanti, hanno compreso che al momento è necessario, per prendersi cura di sé, rimanere in casa.
Come ti senti adesso?
Alterno ancora speranza e paura. Sono convinta che abbiamo fatto e stiamo facendo del nostro meglio. Non è facile, ovviamente, ma proviamo ad affrontare tutto quanto con ottimismo, prendendo le decisioni che crediamo siano migliori per i nostri studenti e per l’intera comunità educativa. Ora più che mai ogni responsabilità che assumiamo è condivisa, lavoriamo per non lasciare nessuno indietro.
Cosa diresti ai nostri donatori in Italia?
Innanzitutto GRAZIE INFINITE. Senza il vostro contributo la nostra risposta a questa pandemia non sarebbe stata sufficiente. Sappiamo che anche in Italia il Covid-19 ha colpito migliaia di persone, e vogliamo farvi sapere che ci sentiamo vicini a voi, e che speriamo tutti di buttarci presto questo periodo alle spalle.