Scuola in Italia: ancora tanta strada da fare
L’anno scolastico è terminato ed è ora di bilanci.
L’abbandono scolastico e l’anzianità degli insegnanti colloca l’Italia in una posizione critica.
La dispersione scolastica è tra le principali emergenze del sistema scolastico italiano. Uno degli obiettivi del Piano strategico “Europe 2020” è proprio quello di giungere a un tasso di abbandono scolastico del 10%. Ad oggi la media europea è pari al 10,7%, mentre l’Italia si posiziona al 14,5% (in crescita rispetto al 13,8% del 2017).
Negli ultimi 20 anni la scuola italiana ha perso circa 3 milioni di studenti, siamo gli ultimi al mondo secondo questi dati. Dati che hanno inevitabilmente conseguenze negative sul piano economico e sociale del paese. Tra le cause anche le strutture inadeguate, un materiale didattico non differenziato e non al passo con i tempi e sicuramente un personale poco preparato a cogliere i segnali d’allarme della crisi.
Inoltre, secondo un’indagine internazionale Ocse-Talis pubblicata il 19 giugno, in Italia gli insegnanti hanno in media 49 anni, valore superiore alla media dei Paesi Ocse di 44 anni, e oltre il 48% supera i 50 anni (media Ocse ferma al 34%). Solo la metà di questi maestri e professori dichiara di far utilizzare agli studenti strumenti digitali per progetti e lavori in classe. Un dato inferiore di ben sei punti percentuali rispetto alla media Ocse Talis. L’arretratezza tecnologica è dovuta, non solo all’età del corpo docenti, ma soprattutto ad una inadeguata tecnologia destinata all’istruzione e alla mancanza di fondi riservati ad essa.
Il Ministro dell’istruzione Marco Bussetti ha dichiarato, in una recente intervista, che nel Def (Documento di economia e finanza) dello scorso 9 aprile, sono state inserite due norme mirate al contrasto dell’abbandono scolastico e all’arricchimento dell’offerta formativa. «Metteremo in campo tutte le misure necessarie per ottenere risultati significativi. Investire sui nostri giovani significa investire sul futuro del Paese».
Buon lavoro!