Una doppia emergenza
Il Nicaragua sta attraversando una gravissima crisi: l’economia è crollata, la sanità e l’istruzione corrono lo stesso pericolo. Mentre la popolazione soffriva ancora le conseguenze economiche della pandemia, due violenti uragani e un anno di siccità hanno messo in ginocchio milioni di persone.
L’accesso al servizio sanitario è limitato ad una piccola percentuale della popolazione. Questa situazione ha aperto la porta a focolai frequenti di malattie tropicali come la febbre dengue. Le popolazioni rurali, già rese vulnerabili dalla malnutrizione e dall’accesso limitato a servizi sanitari, sono in balia di queste malattie.
Il clima che si respira girando il Paese è pesantissimo, e 23mila persone sono già scappate in Costa Rica.
Tra loro c’è anche la mamma del piccolo Juan, che ha lasciato il suo bambino di poco più di un anno al nonno Eduardo per cercare lavoro all’estero. Ho incontrato il nonno seguendo le Brigate Mediche nel giro settimanale di visite ai villaggi. Le visite si tengono nell’unica casa in muratura del villaggio, scuola e infermeria allo stesso tempo. Il “giorno del dottore” per la comunità è un giorno speciale.
Nonno Eduardo mi ha raccontato la difficoltà di crescere da solo un bimbo così piccolo e quanto importante siano per lui le visite regolari delle nostre Brigate mediche.
In Nicaragua il numero di anziani rimasti soli con i bambini cresce di giorno in giorno. Ad emigrare sono soprattutto le donne, costrette a lasciare i figli anche molto piccoli per trovare lavoro nei Paesi vicini, negli Stati Uniti o perfino in Europa. È un distacco che causa sofferenza a tutti, eppure non c’è altra soluzione perché la povertà qui non lascia scampo. Siamo di fronte a una nuova emergenza, che unisce la fragilità dei bambini a quella degli anziani soli.